Se sei affetto da reflusso gastroesofageo e di notte tendi a russare, sappi che i due disturbi possono essere correlati: nello specifico, il secondo può comparire come diretta conseguenza del primo.
In effetti, molte persone che soffrono di apnee notturne, il cui primo sintomo è proprio il russare, soffrono anche di reflusso gastrico, e questa correlazione è stata anche verificata da uno studio clinico.
Scopriamo di più sulla questione in questo articolo.
Apnee notturne e reflusso gastroesofageo: quale correlazione?
Chi soffre della sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS) ha difficoltà a mantenere le vie respiratorie ben aperte durante la notte, con conseguente comparsa di brusche pause nella respirazione durante il sonno.
Questo può accadere per vari motivi, che vanno dal sovrappeso, alle adenoidi ingrossate, all’assunzione di sedativi: la chiusura intermittente delle vie aeree provoca il russare e spesso causa anche ripetuti risvegli notturni, che abbassano notevolmente la qualità del sonno.
Quando si verifica questo stato di apnea, l’organismo reagisce d’istinto alla mancanza di ossigeno, facendo aumentare la profondità dell’inspirazione in maniera repentina: questo “sbalzo di pressione” a livello della gabbia toracica favorisce quindi il reflusso del contenuto dello stomaco nell’esofago.
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Rimedi contro i rumori respiratori ed il reflusso
Per prima cosa, per capire i motivi del tuo russare e determinare se siano correlati al reflusso gastroesofageo, dovrai sottoporti a una visita specialistica.
Un accertamento molto utile in questi casi è la polisonnografia: si tratta di un esame del sonno non invasivo, che monitora i parametri vitali tramite dei sensori applicati sul corpo: grazie a questo esame è possibile fare diagnosi clinica di sindrome di apnea ostruttiva del sonno.
Una volta ottenuta la diagnosi, per respirare meglio durante la notte e limitare gli episodi di reflusso, sarà fondamentale cambiare il proprio stile di vita: se si è sovrappeso, perdere peso sarà molto utile, poiché renderà meno faticoso il respiro, liberando le vie aeree.
Un altro “trucco” utile è quello di dormire con due o più cuscini, evitando di distendersi completamente sul piano orizzontale e mantenendo, invece, una posizione semi seduta: in questo modo, le vie aeree sono più ventilate e, al contempo, si sfrutta la forza di gravità per impedire la risalita del contenuto gastrico nell’esofago.
Infine, nei casi più gravi di sindrome delle apnee ostruttive del sonno, il medico potrebbe prescrivere l’utilizzo di una CPAP, una speciale maschera da indossare durante la notte che eroga un flusso d’aria in maniera continua e che, modificando la pressione all’interno di trachea e bronchi, aiuta ad impedire la chiusura delle vie aeree.
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