A tantissime persone capita di passare notti in bianco a causa di un fastidioso bruciore di stomaco o di un’odiosa sensazione di rigurgito acido, che parte dalla bocca dello stomaco e giunge fino alla gola.
Si tratta di sintomi riconducibili al reflusso: ma quali sono le cause di questa malattia?
Scopriamolo in questo articolo.
Tipologia di disturbo
Le tipologie principali di reflusso sono due: il reflusso gastroesofageo e il reflusso biliare. Si tratta di due disturbi simili ma dovuti a cause diverse.
Vedi anche reflusso notturno.
Reflusso gastroesofageo
Il reflusso gastroesofageo è un disturbo estremamente diffuso, che in Italia colpisce circa un quarto della popolazione e che consiste nella risalita del cibo e degli acidi contenuti nello stomaco lungo l’esofago.
Il passaggio di queste sostanze dall’uno all’altro organo è, in realtà, assolutamente normale e fisiologico entro certi limiti.
Quando, però, la produzione degli acidi gastrici aumenta a dismisura e il rigurgito si verifica con una certa frequenza, la condizione diventa patologica e si va incontro a un disturbo cronico e persistente, che sembra non passare mai e che non è facile debellare in maniera definitiva.
Ad essere affetti dalla malattia da reflusso gastroesofageo sono soprattutto gli over 50, sebbene questa fastidiosa condizione possa colpire chiunque, anche i bambini.
Comprendere le cause della patologia è molto importante, non solo per poterla curare al meglio, ma anche e soprattutto per poterla prevenire, limitando i fattori di rischio.
Nello specifico, il reflusso gastroesofageo può essere provocato o aggravato da un’alimentazione scorretta (specialmente dall’abuso di cibi grassi o poco salutari), da cause anatomiche (come l’ernia iatale) o funzionali (ad esempio, un eccesso di secrezioni gastriche), dall’assunzione di alcune tipologie di farmaci (come gli antidolorifici).
Anche lo stress può giocare un ruolo determinante nell’insorgenza dei sintomi: convivere con l’ansia o essere soggetti ad uno stato permanente di tensione emotiva può, infatti, avere ripercussioni pesanti, oltre che sul sistema nervoso, anche sul resto dell’organismo e sull’apparato digerente in particolare.
Vedi anche come curare il reflusso e reflusso nei bambini.
Reflusso biliare
La seconda tipologia di reflusso, meno nota, è il reflusso biliare. In questo caso, a risalire lungo il tratto digerente non sono più gli acidi gastrici, ma la bile, una sostanza amara e verdastra prodotta dal fegato per agevolare i processi digestivi.
Tale risalita è dovuta al malfunzionamento del piloro, la valvola che collega stomaco e duodeno, e le cause di questa disfunzione possono essere diverse, dall’ulcera peptica, alle complicazioni di un intervento chirurgico allo stomaco, alla rimozione chirurgica della cistifellea.
In ogni caso, nonostante le cause del reflusso biliare siano diverse rispetto a quelle del reflusso gastroesofageo, i sintomi sono, spesso, assai simili, come vedremo nel prossimo paragrafo.
Ciò può rendere le due patologie, pur molto diverse, quasi indistinguibili senza l’aiuto di un’accurata indagine medica.
Sintomi
I sintomi del reflusso, indipendentemente che si tratti di reflusso gastroesofageo o di reflusso biliare, possono essere molto variegati.
La sintomatologia classica consiste nel bruciore di stomaco e, spesso, nella sensazione di acido che risale fino alla bocca, con conseguenti eruttazioni frequenti, alito cattivo e nausea.
Esistono, poi, dei sintomi atipici, ma non necessariamente rari, come il mal di gola persistente, la tosse secca cronica che non risponde agli antitussivi, le crisi d’asma (nelle persone predisposte), gli abbassamenti di voce e il dolore retrosternale, che può essere anche molto forte, al punto da mimare l’infarto.
In caso di dolori così forti, ovviamente, la prima cosa da fare è escludere immediatamente la causa più grave recandosi al pronto soccorso.
Vedi anche dolore sterno e schiena per reflusso.