Bere un orzo al posto del caffè? Chi soffre di reflusso gastroesofageo potrebbe beneficiarne. Infatti, sebbene molte persone considerino il “caffè nero bollente” un rito irrinunciabile, chi soffre di GERD (la sigla con cui in medicina si definisce il reflusso gastroesofageo) sa bene che berne comporta spesso spiacevoli effetti collaterali.
La caffeina, infatti, assieme ad altri composti presenti nel caffè, può:
- esacerbare i sintomi infiammatori del tratto digestivo superiore;
- irritare la parete intestinale;
- stimolare le contrazioni nelle persone con patologie infiammatorie intestinali.
Per questi motivi, infatti, tutti i consigli alimentari per il trattamento di sindrome da reflusso prevedono l’astensione dal consumo di caffè, o almeno la sua forte limitazione. Ecco perché sostituti meno aggressivi per lo stomaco, come la bevanda d’orzo, possono rivelarsi preziosi.
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Caffè e reflusso acido: perché fa male
Molti bevono il caffè a fine pasto sia per svegliarsi, sia perché questa bevanda stimola nel corpo la produzione di acido cloridrico, una sostanza che aiuta a lavorare il cibo ingerito. Tuttavia, proprio questo stesso acido ostacola lo svuotamento dello stomaco e, in caso di reflusso, fa sì che il caffè diventi una vera e propria bomba, anche se assunto mescolato con latte o decaffeinato.
Inutile ricordare, poi, che l’oro nero è anche responsabile dell’aumento di ansia, stress e frequenza cardiaca, altri nemici giurati della sindrome da reflusso.
Caffè d’orzo: caratteristiche
Il caffè d’orzo, in realtà, non è un vero caffè, bensì una bevanda simile nel colore (sebbene meno densa), ma diversa e più lieve nell’aroma. Questo infuso viene ottenuto dai semi tostati della pianta dell’orzo, un cereale integrale utilizzato in una varietà di cibi e bevande, compresa la birra, grazie al suo alto contenuto di fibre e al suo gusto delicato.
Il caffè d’orzo contiene anche alcuni salutari principi attivi: è ricco infatti di vitamine A e C, che lo rendono una bevanda lievemente antiossidante. Non solo: nella bevanda d’orzo troviamo anche aminoacidi e melatonina.
Caffè d’orzo e reflusso
In caso di reflusso acido, il caffè d’orzo è particolarmente indicato perché funge da ausilio alla digestione: è, infatti, un antiacido naturale, che aiuta ad alleviare i sintomi dolorosi del bruciore di stomaco. I chicchi d’orzo contengono alti livelli di fibre, riducono la stitichezza e aumentano i movimenti intestinali sani. Gli antiossidanti contenuti nel caffè d’orzo possono alleviare anche i crampi allo stomaco e la nausea.
Generalmente, caffè e bevande affini sono consumati subito dopo i pasti, e la cosa vale anche per il caffè d’orzo. Tuttavia, per i migliori risultati digestivi, l’ideale sarebbe bere una tazza di caffè d’orzo circa mezz’ora prima di ogni pasto.
Come è noto, poi, una delle cause alla base della patologia da reflusso gastroesofageo è lo stress. La caffeina è una delle sostanze che causa nervosismo, inasprendo i sintomi della GERD: per questo, come abbiamo evidenziato, il suo uso è doppiamente sconsigliato. Al contrario, il caffè d’orzo contiene diversi composti (tra cui la melatonina e il triptofano) che possono aiutare a riposare. Tali composti attivano i neurotrasmettitori nel cervello che aiutano a rilassarsi.
Vedi anche problemi di stomaco con il reflusso.
Caffè d’orzo: effetti collaterali
Il caffè d’orzo è delicato e ha pochi effetti collaterali, se consumato in quantità moderate. Tuttavia, è controindicato per i soggetti che soffrono di celiachia o intolleranza al glutine, e durante la gravidanza e l’allattamento.